Andrea Viliani, perché la decisione di dimettersi a pochi giorni dalla scadenza del suo contratto?
Il mio contratto triennale è in scadenza il 4 aprile, quindi, invece di chiedere il rinnovo al Cda, ho ritenuto più sensato e più responsabile dire che vedo con favore l’eventualità di una possibile fusione e quindi contribuire con questo mio atto a creare le condizioni perché la fusione possa procedere in tempi brevi.
Per Lei che prospettive ci sono in visione della nuova gestione?
Io spero ci possa essere una rinomina per la gestione come curatore e ideatore di questo dipartimento e per le attività che si svolgeranno in questo spazio.
Quindi il polo in centro città a Trento rimarrà?
Condivido la posizione di Panizza di rimanere in centro, in quanto abbiamo le facoltà universitarie proprio qui vicino, economia, sociologia, giurisprudenza e tra poco aprirà anche la nuova facoltà di lettere. Per questo polo è molto importante la popolazione studentesca, ovviamente bisognerà differenziare l’offerta.
Qual è la sua visione, in questa “faccenda”?
Io credo che questa situazione si allargherà anche alle Civiche di tutta Italia in generale perché si trovano tutte in sofferenza a causa dei tagli alla cultura e sicuramente stanno riflettendo tutte sulle possibili soluzioni da adottare. Quello che sta succedendo è anche un’occasione per sperimentare, la soluzione che adotterà Trento è una formula di sopravvivenza, che però potrà essere anche una formula di rilancio e una nuova possibilità per reinventarsi. Spero che la situazione della Fondazione Galleria Civica di Trento possa essere una case history anche per il resto d’Italia, in modo che ognuno trovi una via attraverso soluzioni autoctone che partano dalla realtà del territorio in cui vivono.